Darwin fantasy: Specie vs Razza

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Dopo il grande Reset, ritorniamo a parlare di Specie dei mondi fantastici! In questa rubrica, andremo ad affrontare la fantastica biologia di alcune creature immaginarie e, contemporaneamente, ci chiederemo in che maniera queste creature potrebbero funzionare seguendo le leggi del mondo reale!
Ma prima, cerchiamo di capire meglio il concetto di Specie e perché sia scientificamente sbagliato parlare di “razza”…

Perché il tema della razza?

How Racism And Microaggressions Lead To Worse Health | Center for ...

Il recente risveglio di (sanissimi) sentimenti antirazzisti che, partendo dagli Stati Uniti, hanno riverberato in tutto il mondo, è andata a toccare anche argomenti apparentemente molto lontani dalla situazione di origine: quella di una disuguaglianza tra (la maggior parte dei) bianchi americani e degli altri gruppi etnici, primi tra tutti (tanto per disparità quanto per percentuale di popolazione) gli afroamericani che soffrono del pregiudizio schiavista e della sua ripercussione a lungo termine.

Gli afroamericani (in media) soffrono di una profonda disparità economica, cosa che negli Stati Uniti, dove la migliore formazione è sempre quella privata, si traduce anche in una disparità culturale che impedisce a molti di accedere all’ascensore sociale ed economico dei lavori più remunerativi.
Le forme di razzismo variegate, spesso anche molto violente, contro queste popolazioni da parte di una certa fetta dell’america bianca, poi, rendono la faccenda ancora più grave.

Questa faccenda, estremamente seria, ha avuto ripercussioni anche sul più “leggero” ambiente dell’intrattenimento, provocando censure o (più sane) introduzioni informative ad alcune pellicole e serie televisive, ed ha toccato infine anche il mondo ludico. Le mitologie di tutto il mondo sono infatti ricche di creature fantastiche simili all’uomo nel pensiero e nell’anatomia.
Queste creature antropomorfe, specialmente quelle della mitologia norrena, sono successivamente entrate a gamba tesa nei racconti fantastici dell’ultimo secolo e sono venute alla ribalta grazie soprattutto all’opera di Tolkien.
Nel Signore degli Anelli, così come negli altri testi dedicati al mondo di Arda, vengono introdotte tutte quelle popolazioni come gli Elfi, i Nani, gli Hobbit e le creature Orchesche in quella incarnazione che andrà a costituire in brevissimo tempo il “classico” del genere fantasy.

Negli ultimi decenni ci siamo però accorti di come alcune di queste figure siano controverse, come il caso della dissociazione tra i Vistani di Curse of Strahd e la figura di alcuni popoli originariamente nomadi dell’europa orientale che avevano inizialmente ispirato la loro figura, o la faccenda degli Hadozee, specie di “scimmie spaziali” di Spelljammer che ricordavano troppo alcuni tristi fatti del mondo reale e rischiavano di dare una lettura positiva della tratta degli schiavi.

Un altro elemento sul quale l’attenzione è stata catalizzata è la volontà di dissociare alcune creature di D&D dai loro ruoli di “antagonisti puri”, dando invece a ogni specie intelligente dei mondi fantasy quella tipica eterogeneità morale propria dell’uomo: l’esempio più iconico è quello degli orchi, passati nel corso del tempo da barbarici sanguinari con un’intelligenza inferiore (e, a detta di alcuni, ispirati a popoli di origine extraeuropea) ad essere, in alcuni mondo immaginari, eroici e perfino più “etici” degli umani; anche gli elfi scuri, i Drow, hanno di recente avuto questa rivalutazione, scindendo la loro natura (non intrinsecamente buona o malvagia) da quelle che sono le (maleficissime) pratiche della loro società tradizionale.

Razza vs Specie

Le creature antropomorfe dei mondi fantastiche vengono spesso definite, soprattutto in ambito ludico, come “Razze”: questo produce tuttavia due problemi.

Il primo è di tipo sociale e culturale: il concetto di “razza” applicato agli esseri umani è ancora eccessivamente diffuso senza avere un motivo d’essere, in quanto i nostri sono, al più, tratti etnici e poco più che estetici.
Inoltre, una razza non è un concetto biologico, bensì proprio della zootecnia, la disciplina che si occupa dello studio degli animali addomesticati: si definisce infatti razza un insieme di individui della stessa Specie che è stato selezionato per avere determinate caratteristiche e fatto specificatamente accoppiare per ottenere prole con quelle proprietà.
Da questo punto di vista, le razze sono tendenzialmente selezionate per specifiche caratteristiche biologiche che superano la pura estetica, ma possono essere correlate alla quantità di latte, uova o lana prodotti, alla massa muscolare totale al fine di effettuare determinati lavori fisici, all’indole istintiva verso un’attività, alle capacità olfattive e così via.

Tuttavia non solo Elfi e Nani, Umani e Orchi hanno dimensioni, colorazioni, dimensioni e attitiduini differenti, ma anche caratteristiche molto più profonde, come differenti doti magiche, fisiche, sensoriali e capacità specificatamente ritagliate su determinati habitat naturali.
Tali caratteristiche variano talmente tanto da non giustificare l’appartenenza alla stessa specie.
La nostra analisi partirà dunque dall’assunto che tutte queste creature non siano differenti Razze di una specie, bensì vere e proprie specie diverse: una specie, infatti, è una popolazione definibile grazie a uno specifico corredo genetico, caratteristiche ben determinate, una locazione temporale e spaziale, i cui individui sono in grado “di generare prole illimitatamente fertile nel loro ambiente naturale”.

E’ infatti possibile che due individui, anche non in cattività, di specie differenti si accoppino per generare prole non fertile: è quello che accade, ad esempio, nell’ibridazione tra cavallo e asino che può portare alla nascita, in base alla specie del genitore maschio e di quello femmina, di un Mulo o di un Bardotto, entrambi sterili.
In questo caso diciamo che cavallo e asino, pur producendo prole, non sono la stessa specie in quanto questa prole non è feconda.

Mutazione e Selezione

In molti casi, in natura, è possibile fare risalire l’origine di specie che mostrano forti similitudini ad un antenato comune: per esempio il Leptocyon, vissuto tra l’Oligocene medio e il Miocene superiore (tra 28 e 10 milioni di anni fa), è considerato l’antenato comune di tutti gli odierni Canini, come lo sciacallo, il lupo, la volpe e ovviamente il cane.

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Ricostruzione di un Leptocyon su wikipedia

Spiegare come, da una sola specie, si sia ottenuta questa varietà di forme e dimensioni è compito delle teorie evolutive, delle quali la più assodata oggigiorno è quella della mutazione e selezione.

Le mutazioni sono modifiche al DNA che avvengono in maniera casuale e sappiamo che esse possono portare lentamente a nuovi tratti genetici. Ogni mutazione varia solo lievemente il soggetto rispetto alla media della propria specie, ma la sovrapposizione di mutazioni nel corso dei milioni di anni può portare a cambiamenti importanti.

Tali cambiamenti, però, sarebbero probabilmente persi, mediati e confusi in quella che è la normale variabilità di una specie se non fosse per l’altro passaggio fondamentale di questo processo: la selezione.

Le variazioni nell’ambiente naturale infatti, che siano dovute a cambiamenti climatici, migrazioni o spostamenti, portano a favorire specifici tratti genetici rispetto ad altri: coloro che hanno sviluppato, per caso, il tratto giusto riusciranno a sopravvivere meglio nel nuovo ambiente e a riprodursi di più, andando col tempo a soppiantare esemplari con tratti diversi.

Un esempio è il colore di alcuni animali: mutato per caso, esso può contribuire a rendere l’animale più difficile da vedere in determinati ambienti, rendendo più probabile la sua sopravvivenza alla caccia dei predatori e facendo si che, nel corso del tempo, sopravviva più di altre variazioni e abbia modo di prolificare, soppiantando i suoi “cugini”.

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Raganella grigia orientale (Hyla Versicolor) e la Raganella americana(Hyla cinerea)

Ma come è possibile che più specie, avendo antenati comuni, siano differenti pur coesistendo a livello geografico?
Un esempio di come due specie possano essersi sviluppate fianco a fianco sono due rane del nord america, la Raganella grigia orientale (Hyla Versicolor) e la Raganella americana(Hyla cinerea).

Sebbene questa viva mediamente più a sud della prima, le zone in cui abitano si sovrappongono.
Si tratta di specie fisicamente differenti, nelle forme e nelle colorazioni, separate pur vivendo fianco a fianco: questo perché l’evoluzione le ha portate a ottimizzare le loro caratteristiche per due habitat differenti, uno più acquatico per la Raganella grigia orientale e uno più erboso per la Raganella americana.
Allo stesso modo, Elfi e Nani potrebbero essersi evoluti da un unico antenato pur essendo… molto diversi!

Lontani Cugini

Legolas e Gimli dalla nota saga cinematografica

Come potrebbe essere dunque avvenuta l’evoluzione delle specie fantasy?
Possiamo immaginare la presenza di un antenato comune, magari simile a uno dei predecessori dell’uomo moderno (o, perché no, proprio uno di essi!) dal quale si siano delineate le varie specie.

In termini di categorie, le specie con similitudini vengono spesso inserite all’interno di quello che è chiamato Genere (da non confondere col genere sessuale): l’uomo moderno (Homo Sapiens Sapiens) è ad esempio l’unica (e ultima) specie sopravvissuta del genere Homo.
Tutte le specie umanoidi potrebbero ricadere in questo genere: un antenato comune, come ad esempio l’Homo Abilis, potrebbe aver dato vita, sotto differenti premesse geografiche, ecologiche e, perché no, magiche a tutta una serie di differenti specie, alcune delle quali potrebbero essere sopravvissute a fianco dell’Homo Sapiens Sapiens.

Una tale situazione, che ci sembra bizzarra, pare essere stata invece la norma appena un centinaio di migliaia di anni fa: accanto al Sapiens, infatti, vivevano ulteriori specie come l’Homo di Neanderthal o il meno famoso Homo di Denisova. Queste differenti specie di Homo, ormai estinte, sembrano essere state soppiantate per vantaggi evolutivi dalla nostra specie: tuttavia recenti studi hanno dimostrato la presenza di una certa percentuale di DNA dei Neanderthal nella maggior parte degli attuali esseri umani.

Questo significa che, sebbene morfologicamente separate, queste specie potevano, biologicamente, produrre prole fertile: si tratterebbe di un raro esempio di speciazione da ibridazione, cioè proveniente dall’incrocio tra diverse specie dello stesso Genere che producono tuttavia prole fertile. Il motivo per cui questo può avvenire è che i confini della specie, in natura, non sono così netti come nei mdoelli che usiamo per descriverle: può ad esempio accadere che due specie producano tra loro prole sterile ma producano entrambi prole fertile con una stessa popolazione, andando a inficiare l’approccio “a compartimenti stagni” tipico della tassonomia.
Quello che dunque accade è che due individui producono prole fertile se sono sufficientemente vicini a livello genetico: tuttavia, le loro caratteristiche morfologiche potrebbero essere sufficientemente differenti da far si che valga comunque la pena ragionare in termini di specie differenti,

Questo processo potrebbe inoltre portare alla creazione di Mezz’elfi, Mezz’orchi e ulteriori ibridi: per permettere questo tipo di ibridazione, tanto la wizard quanto altre realtà, come la Kobold Press, si stanno muovendo per aggiungere flessibilità agli elementi di stirpe e background nella creazione dei personaggi nel loro giochi di ruolo.
Un esempio di questa scelta è la separazione delle caratteristiche di Specie (termine scelto anche da wizard per OneD&D) dagli attributi numerici e dai Background.
Altra posizione simile è stata presa dalla Kobold Press con il loro nuovo Project Black Flag, nel quale l’ambito di specie è diviso in Lineage (caratteristiche biologiche) e Heritage (caratteristiche culturali): un PG che sia figlio di due culture potrà scegliere separatamente uno dei due tratti da ciascuna delle due culture.

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Per approfondire l’ambito delle specie umane, vi lascio questo bel video di Entrhopy for Life!

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